Header Ads

STEFANO PIGOLOTTI: COME LANCIARE UNA STARTUP

Politecnico e Università degli Studi di Torino centri di eccellenza (incubatori) che preparano i giovani imprenditori di domani. In un Paese come l’Italia – spiega l’imprenditore Stefano Pigolotti (che ha formato oltre 30.000 persone durante la sua carriera ventennale) – dove le micro e piccole imprese sono la grande maggioranza del tessuto produttivo nazionale, la figura dello startupper è, se possibile, più importante che altrove. Per quanto riguarda i giovani che intendano mettere su impresa, l’aspetto principale è legato all’alto numero di compiti che un imprenditore deve svolgere, resa difficoltosa per il basso numero di persone a cui delegare gli stessi”.



In Piemonte lo sappiamo! Tanto che il Politecnico di Torino ha costituito, ormai da circa 20 anni (1999) l’I3P, il principale incubatore universitario italiano e uno dei maggiori a livello europeo, come più volte certificato dal ranking internazionale UBI Index. Quali sono allora le principali difficoltà di chi avvia una startup innovativa? Lo abbiamo chiesto a Stefano Pigolotti, – che durante gli ultimi anni ha formato centinaia di giovani imprenditori e startupper – da noi incontrato a febbraio di quest’anno insieme al Prof. Marco Novarese – docente di economia comportamentale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale. La frase “non ho le persone adeguate a cui poter delegare” – spiega Stefano Pigolotti – accantona il problema della delega sublimandolo in uno spazio generico al di fuori del controllo personale, dove la soluzione implicita è quella di un maggiore controllo sull’intera organizzazione aziendale. Il problema si pone maggiormente quando l’impresa è matura, e il ruolo dell’imprenditore dovrebbe passare da quello di sorvegliante di ogni processo produttivo a motore delle spinte evolutive, necessarie per l’espansione aziendale. Ma come fare? A Torino il problema di dar vita ad una startup si è reso avvicinabile grazie agli incubatori di impresa del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino. Un affiancamento ottimale per i giovani imprenditori che non è sufficiente, se pensiamo agli alti fallimenti di impresa. Tra le caratteristiche delle neo-imprese vincenti – spiega il docente , stabili e con un futuro roseo davanti a loro, anche se di piccole dimensioni, troviamo: Livello di innovazione sopra la media Elevata focalizzazione sul prodotto Accesso competitivo al mercato globale Forti competenze interne Forte attenzione al cliente, anche in assenza di marketing “tradizionale” Poco turnover dei dipendenti, con la costruzione di una “famiglia aziendale”.

 Questi aspetti sono alla base di un’azienda di successo, e il neo-imprenditore deve puntare a ottenere tutti questi aspetti, delegando alle persone competenti gli aspetti che non riesce a seguire personalmente, ma mantenendo sempre un contatto e un confronto diretto. È bene sottolineare l’importanza del feedback dei clienti, che possono proporre linee evolutive e innovazioni differenti rispetto a quelle promosse dall’azienda stessa.

L’innovazione, specialmente in questi ultimi anni di veloce crescita tecnologica, è fondamentale per mantenere l’azienda competitiva, risparmiando risorse che possono essere quindi investite per la realizzazione di nuovi prodotti e di nuovi investimenti, anche e soprattutto di formazione delle persone che lavorano per l’azienda. La formazione di un team di lavoro efficace ed efficiente è legata anche alla collaborazione nella gestione dell’azienda stessa. In questo la delega alle persone giuste è fondamentale, per poter far evolvere sia il personale interno all’azienda che l’azienda stessa. Sembra facile, ma tutto ciò richiede un buon lavoro in da parte dell’imprenditore, che deve essere disponibile ad affrontare un evoluzione personale mettendo in atto alcune strategie che prevedono un’evoluzione personale. Di seguito alcuni consigli di Stefano Pigolotti:

 Conoscenza di se stessi Per diventare persone di successo, è necessario conoscere a fondo i propri punti di forza e i propri limiti. Se non conosciamo noi stessi, è impossibile impostare un percorso che ci aiuti a puntare sui primi e lavorare sui secondi Passione La passione è fondamentale, essa ci consente di esprimere al massimo le nostre potenzialità.

L’optimum sarebbe saper trasformare le proprie passioni nel proprio lavoro è la strada principale e più facile per avere successo nel proprio lavoro. Niente fretta Di fronte a una scelta importante, specialmente se si tratta di investimenti, la fretta è una pessima consigliera. Valutare attentamente pro e contro consente di fare scelte razionali e ponderate. Studiare, sempre Il mercato del lavoro attuale ha al suo centro la formazione continua delle persone. Raggiungere il successo è anche una questione di evoluzione personale e culturale, ed è ugualmente importante formare le persone con le quali si lavora, in modo da creare un team preparato ad affrontare le attività fi ogni giorno. l Circondarsi di validi collaboratori Conoscere e frequentare persone che stimolino la crescita personale e la spinta personale verso il successo è fondamentale, circondarsi di “yes man” sarebbe inutile e controproducente. La followship è un’importante caratteristica nel team-work che garantisce al leader sostegno e stimoli costruttivi in grado di portare l’intero team al raggiungimento dei risultati prefissati. Cura te stesso Potrai avere idee di successo, avere intorno le persone giuste, avere fra le mani l’invenzione che cambierà le vite di tutti per i prossimi anni, ma non dimenticare di avere cura di te e della tua immagine, sia fisica che online. Le idee di successo sono strettamente legate a chi le ha, e il personal brandig è fondamentale. Definisci i tuoi obiettivi Puntare al successo è facile, raggiungerlo no. Definire obiettivi sostenibili che, un passo alla volta, portino al successo, è parte della strada per ottenerlo.


GLI ERRORI DA EVITARE … 
Nella seguente infografica, gli errori più frequenti che commettono gli startupper.



Errori dovuti alla sottovalutazione dei problemi, a una visione limitata, a corto raggio. Come si nota dalla grafica, il primo errore è non avere un team smart e innovativo almeno quanto il fondatore. Il team di ogni impresa fa di quella una impresa vincente, fa la differenza nella fase di proposizione, ovvero quando bisogna trasformare un’idea in un progetto d’impresa strutturato e portarlo al successo.

 All’interno della startup bisogna costruire un team multidisciplinare con competenze diversificate e utili per creare e sviluppare un business. Ad esempio è inutile avere solo progettisti e nessun incaricato al marketing del prodotto: in una impresa i compiti devono esser chiari e separati, anche per evitare sovrapposizioni e incomprensioni. Nel business plan l’attenzione degli investitori è sempre fortemente focalizzata su questo aspetto. Ma attenzione: è importantissimo che esista sintonia tra i componenti del team, solo così tutti saranno entusiasti di dedicare tempo e sfrzi che di solito nelle startup sono maggiori di quelli in ogni altro incarico: un team capace di infondersi sicurezza ma anche sostenere sacrifici comuni. Come afferma Guy Kawasaki nel suo libro The art of the start 2.0, “Recruit to build, not to fund” ovvero non è sufficiente avere un co-founder solo perché è uno che investe soldi nell’idea di impresa: è importante che condivida la mission di tutto il progetto. Un altro aspetto, ancora sottovalutato nella formazione di un team, è la presenza di persone di genere diverso: una donna ad esempio con una visione cosiddetta soft skill, può portare avanti interessi della società altrimenti inespressi e fornire spunti per creare nuovi servizi e obiettivi a medio lungo termine.

Nessun commento